lunedì 28 luglio 2008

Come una roccia

27 luglio 2008....sera...


Caro diario..?
Caro Blog..?
Caro Lettore…?
Cara me????
Non so esattamente con cosa dovrei iniziare. Forse la soluzione migliore è rivolgermi a chiunque voglia ascoltarmi.

Ok!

Cari…..e care
Mi sento carica…energica.
E tutto grazie a…hei! Per la prima volta posso dire GRAZIE a me stessa! Questa volta mi sono liberata senza aver ricevuto nessun consiglio, dritta, compagnia ecc ecc…sola sola! E brava cri!
Ieri mattina sono stata buttata giù dal letto alle 8 per andare in montagna a casa di mio papà, a Forno d’Ono. Che bel week end.
Potrei descrivervi il posto, tanto per farvi capire meglio, ma nessuna parola gli renderebbe giustizia. Andare là mi piace anche perché nel suo piccolo c’è tutto. Le cascate non sono quelle del Niagara, ma vi sfido a non compiacervene alla vista, il bosco non è la foresta equatoriale, ma nasconde comunque mille sorprese e avventure, e a pochi metri dalla casa passa il fiume. Non c’è nulla di più bello dell’acqua di un fiume che scorre…
Non saprei che altro dire…Per essere apprezzato davvero un luogo deve essere vissuto. Le parole non servono a nulla.
Sono andata là perché avevo bisogno di sfogare una tensione che contengo da prima degli esami di stato. Liberare un po’ la mia mente. Mettere a freno gli impulsi.
E l’ho fatto....Cazzo se l’ho fatto!
Ho letto 234 pagine di Harry Potter e i doni della morte (finendolo)
Ho esplorato la foresta sgambettando tra alberi, muschio, terra e rocce.
Mi sono seduta su una roccia sulla parte più alta della cascata, che intanto vedevo gettarsi sotto di me poco più a sinistra!
Ho scritto sul mio diario che per troppo ho tenuto chiuso.
Ho fotografato con la reflex di papà particolari della natura, tra cui anche una lucertola che sembrava essersi messa apposta in posa.
Ho osservato mio papà mentre disegnava e acquerellava. Ho disegnato un po’ anche io.
Ho fatto la super donna esploratrice e sono finita nel fiume (tranquilli tutto bene!)
Ho preso il sole.
Ho ascoltato musica.
E a un certo punto oggi…mi sono fermata.
Così, all’improvviso, seduta su una panchina. Mio papà era impegnato a mettere a posto un ruscello.
Ho guardato verso il fiume, lo ascoltavo, l’acqua, cadeva, scorreva, era forte, quasi prepotente contro ogni cosa la ostacolava, così libera…
Le narici si riempivano del profumo dell’erba, le farfalle vorticavano attorno a una pianta vicino all’acqua.
Non pensavo. E a cosa avrei dovuto pensare?
Cosa bisognerebbe pensare di fronte a tutto questo…
Quali preoccupazioni? Quali ricordi? Quali tragitti mentali?
Il vuoto…guardavo, ascoltavo, odoravo, assaporavo…
E la paura che mi attanaglia ultimamente era così lontana da me…
Se non fosse stato per mio papà che si sedette in parte a me, non avrei mai lasciato quella serenità ritrovata.
Oggi mi sono immersa nuovamente nella giungla cittadina. Ed eccomi qua di nuovo a scrivere.

Ora che ho finito Harry Potter mi sto dedicando a una lettura leggera prima di tuffarmi ne “Il cammino di Santiago”: “Esco a fare due passi” di Fabio Volo.
Mi piace come scrive. A volte mi ricorda un po’ me stessa sia nei modi di metter su carta le sue impressioni sulla vita e sul mondo, sia nelle impressioni stesse. E poi i suoi romanzi riflettono la mia idea di un mio presunto “primo libro”.
Confesso che a volte la cosa mi irrita…E se un giorno qualcuno notasse la somiglianza e mi desse della “ruba-idee”??? NOOOOO non lo sopporterei! Chiariamo subito una cosa: IO NON COPIO! OGNI CITAZIONE E’ SEMPRE DA ME VIRGOLETTATA E ASSOCIATA AL NOME DEL VERO AUTORE!
Bene…sono felice che ci siamo chiariti! E’ importante per me…
Desidero che la mia arte sia unica come tutta l’arte del mondo.
Non è bella l’arte? Solo la parola ti da tranquillità. È una parola serena. Calma.

Forse a volte esagero, lo ammetto, ma non posso fare a meno di entusiasmarmi di fronte ad essa. Che sia una poesia, un disegno, una canzone, una scultura, o una lettera, o un libro…se dinnanzi ho dell’arte per come la intendo io, allora mi rincitrullisco letteralmente.
Come la intendo? Bè… Per me un’opera è d’arte quando ti fa provare quel qualcosa che non riesci a spiegare.
Come l’amore. Non si riesce mai a spiegare. E allora ci si rifugia dietro a dolori di pancia, farfalle nello stomaco, tachicardia improvvisa e rossore irreversibile. Detta così sembra più una malattia. Bè in effetti trovo che porti alla pazzia pian piano. Le persone innamorate in genere tendono a fare cose che comunemente verrebbero definite “pazzie”. Bè..sapete che vi dico???

MANTENEVI FOLLI, E COMPORTATEVI DA PERSONE NORMALI
(Paulo Coelho)

Ecco l’arte è un po’ questo. Mantenersi folli. L’arte è folle, e deve esserlo…se no non sarebbe arte…sarebbe disegnare, scrivere, cantare ecc ecc…sarebbero semplici qualità.
Non è solo concentrarsi sulla grande opera della vita da esporre al grande pubblico.
Tra le mie innumerevoli sconfitte che mi hanno fatta maturare, esistono anche delle piccole ma importanti vittorie…
La vittoria per me è arrivata quando una cara ragazza di nome Ilaria mi disse: “dovresti vedere che occhi hai quando balli”.
Arrivò quando lessi in un commento di Ilem che mentre lo scriveva stava piangendo, e stava piangendo perché un mio scritto l’aveva commossa, come tanti altri
Arriva insieme al “Brava!” detto dal mio papà.
Arriva con un semplice “complimenti” lasciato da un estraneo sul mio blog.
Il mio successo arriva quando la mia opera arriva alle persone che la contemplano.
W L’ARTE!!!
E viva tante altre cose. Ma questa è un’altra storia.
Buona notte Cari e Care.
Dolci nanne a chi mi ha ispirata per questo pezzo! (c’è sempre qualcuno o qualcosa dietro a ciò che scrivo, sempre! Anche se non sempre questo qualcosa o qualcuno è svelato, ma c’è).
Sogni d’oro….a chi vuole dei sogni d’oro.

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