mercoledì 6 maggio 2009
Perfetta Nudità
Le mani premono sul corpo esplorandone ogni forma
Avvertendo il desiderio di possessione che prospera
Si tengono attaccate alla sua chioma
E si inspira l’odore del partner per farlo proprio
Una rugiada che si posa sul roseo tappeto del volto
E l’emozione si disperde nell’umido d’un abbraccio sudato
Le labbra dischiuse lascian fuggire respiri affannati
Colpendo la sensibilità in un unico tremore di pelle
Le sagome si fondono come ombre
In quella composizione di linee sinuose in movimento
In quella perfetta nudità che fa delirare la mente più calma
Lingue alla ricerca dei sapori più delicati
Passano posando scie di piacere sul corpo
Le labbra ne catturano una parte lasciando l’impronta
Che ridesterà poi i ricordi
È un crescere di intensità
Il mondo ruota rapido mentre il tempo si cerca di trattenerlo
Tutto pulsa frenetico nello sguardo di quell’attimo
Ci si butta nel sentimento di quegli occhi appena nati
Le sagome si fondono come le gocce di sudore
Che sui corpi viaggiano confondendosi tra loro
In quella perfetta nudità che fa delirare perfino gli animi.
21.56 - 5 maggio 2009
Pagani Cristina
lunedì 29 dicembre 2008
Come con la danza
Come con la danza…
È un circolo vizioso.
Amo la danza classica. Ma non sono una ballerina classica.
Già da bambina ho conosciuto la rassegnazione nei riguardi di questo amore. Rileggendo miei scritti passati, vedo un amore non corrisposto.
Ho iniziato a vivere la danza dal suo lato moderno col pop e il funk.
Le scarpette rosa, i tutù, l’essere leggiadra e meravigliosa agli occhi degli spettatori, erano cose che potevo solo sognare, gustandone qualcosa solo guardando. Ma quella ballerina col mio viso, era solo in un sogno.
Poi un giorno, la provai sulla mia pelle.
Entravo pian piano nell’illusione di poter realizzare quel sogno.
Ma sapevo comunque che era una vetta troppo alta quella alla quale puntavo.
Nonostante tutto, dei piccoli traguardi riuscivo a raggiungerli. Vedevo che col lavoro potevo arrivare non dove puntavo, ma abbastanza vicina.
Poi però, il sogno è stato infranto. Ho dovuto dire addio alla danza classica.
Studio comunque danza jazz, e mi piace tantissimo.
Mi si addice di più, potrei arrivare in alto in quest’arte.
Eppure non è la danza classica. Non era il mio sogno.
Sono rassegnata al fatto che ormai non fa più parte della mia vita. Ma non posso fare a meno di guardare video e soffrire del fatto che quelle fantastiche ballerine fanno cose che non potrò mai.
Ancora indosso quelle scarpette rosa ed impreco contro il fatto che mi manca lo spazio sufficiente per esercitarmi.
Sono rassegnata, ho incontrato nuovi amori e piaceri come la scrittura e l’università di lingue orientali.
Ma non posso non indossare quelle scarpe….ancora una volta…
Soggetto foto: Cristina Pagani
Foto di: Sivia T.
sabato 1 novembre 2008
Cara Cri...
Cara Cri,
diciamo che questo dovrebbe essere il periodo più bello della tua vita, ma a quanto pare non tutto gira come desidereresti.
Me ne rendo conto anche perché nonostante ti sia sempre accanto, ti vedo così lontana. Ti vedo camminare con andamento agitato avanti e indietro tentando di trovare delle risposte a tutti i perché che ti stanno assalendo.
Perché non ti fermi un attimo? Perché invece di porti tutti questi interrogativi su ciò che non hai, non godi più di quello che invece hai? Lo hai sempre fatto! È questa la tua forza. Perché la sopprimi in questo modo?
Non ti aspettavi nulla, in questo non hai sbagliato, hai deciso di prendere ogni cosa per come arrivava, e ora perché c’è tutta questa delusione nei tuoi occhi?
“Accogli la felicità sorridendole da lontano.”
È una tua frase…Perché non la metti in atto? E non dire che non ne sei capace!
Perché hai ripreso a piangere? Non volevi farlo, non ne avevi voglia! A quelle lacrime hai urlato un NO con determinazione. Con convinzione. Com’è possibile allora che veda i tuoi occhi bagnati?
Lo so che hai paura di quel buio, ma ti assicuro che l’uscita c’è! Ma devi addentrarci per scovarla.
Torna libera.
Mi manca la tua libertà.
Cara Cri,
mi dici cose vere. Lo so. Sto crollando ancora di più invece di risalire. Ma a quanto pare non ho ancora raggiunto il fondo. Sarà un impatto fortissimo, ma per imparare a rialzarsi bisogna cadere. Forse poi riuscirò anche a superare il buio più pesto. Ma lo temo ancora troppo.
Già…cadere. È proprio questo il punto. Non ho voglia di cadere. E soprattutto non ho voglia dell'impatto. Come non avevo voglia di piangere. E come non ho voglia di essere preoccupata. E non ho voglia di spaventarmi. Non ho voglia di lasciarmi andare. Non ho voglia. Ma non basta la non voglia per evitare che le cose succedano.
Mi dispiace che non riesca più a sentirmi e che quindi ti lasci in disparte, ma non sono lontana solamente da te, mi sento distanziata da tutto. Ci sono io, qui che non riesco a farmi capire (o forse non voglio farlo) e poi c’è il resto. E temo di rifare ancora una volta lo stesso errore di mostrarmi “forte”. Una parola che inizio ad odiare. Forse perché la sento così estranea a me nonostante mi venga più volte associata. Forse se venissi definita forte anche nel momento in cui crollo a piangere, la cosa mi garberebbe di più.
Piangere…lacrime…hai ragione…avevo detto no! E ti giuro, ho tentato di essere coerente, ma non ce l’ho fatta. E tutto perché sto trattenendo troppo di me, non riesco a liberarmi, non posso farlo.
Anche io rivoglio la libertà che mi apparteneva.
Rivoglio lo star bene per le cose semplici.
Rivoglio quel sorriso spensierato e quegli occhi sognanti.
Rivoglio quella mia capacità di captare ogni emozione e riuscire a viverla in pieno invece di ammucchiarle in un angolo per paura che facciano male.
Mi manca la serenità.
Mi manca la spensieratezza.
Mi manca l’arte.
Mi manca l'affetto.
Mi manca la determinazione.
Mi manca il mio urlo "W la vita, w me!"
Mi manchi tu.
Mi manco io.
Scusa...
sabato 23 agosto 2008
Ora che è tutto chiaro..un'ultima cosa
lunedì 28 luglio 2008
No title
Mi perdevo nel cielo di quello sguardo
Rapita da quella felicità
Che mai ho osato chiedere
Ma tanto desiderata
Attaccata all'esistenza improvvisa di un Noi
Ogni tocco un tremore
Ogni respiro gli era dedicato
Ma il tempo scorre via troppo velocemente
La notte se ne va
Un chiarore mi sfiora indisturbato
Immagini e sensazioni, ogni cosa astratta ormai
Mi sveglio
Come una roccia
Caro diario..?
Caro Blog..?
Caro Lettore…?
Cara me????
Non so esattamente con cosa dovrei iniziare. Forse la soluzione migliore è rivolgermi a chiunque voglia ascoltarmi.
Ok!
Cari…..e care
Mi sento carica…energica.
E tutto grazie a…hei! Per la prima volta posso dire GRAZIE a me stessa! Questa volta mi sono liberata senza aver ricevuto nessun consiglio, dritta, compagnia ecc ecc…sola sola! E brava cri!
Ieri mattina sono stata buttata giù dal letto alle 8 per andare in montagna a casa di mio papà, a Forno d’Ono. Che bel week end.
Potrei descrivervi il posto, tanto per farvi capire meglio, ma nessuna parola gli renderebbe giustizia. Andare là mi piace anche perché nel suo piccolo c’è tutto. Le cascate non sono quelle del Niagara, ma vi sfido a non compiacervene alla vista, il bosco non è la foresta equatoriale, ma nasconde comunque mille sorprese e avventure, e a pochi metri dalla casa passa il fiume. Non c’è nulla di più bello dell’acqua di un fiume che scorre…
Non saprei che altro dire…Per essere apprezzato davvero un luogo deve essere vissuto. Le parole non servono a nulla.
Sono andata là perché avevo bisogno di sfogare una tensione che contengo da prima degli esami di stato. Liberare un po’ la mia mente. Mettere a freno gli impulsi.
E l’ho fatto....Cazzo se l’ho fatto!
Ho letto 234 pagine di Harry Potter e i doni della morte (finendolo)
Ho esplorato la foresta sgambettando tra alberi, muschio, terra e rocce.
Mi sono seduta su una roccia sulla parte più alta della cascata, che intanto vedevo gettarsi sotto di me poco più a sinistra!
Ho scritto sul mio diario che per troppo ho tenuto chiuso.
Ho fotografato con la reflex di papà particolari della natura, tra cui anche una lucertola che sembrava essersi messa apposta in posa.
Ho osservato mio papà mentre disegnava e acquerellava. Ho disegnato un po’ anche io.
Ho fatto la super donna esploratrice e sono finita nel fiume (tranquilli tutto bene!)
Ho preso il sole.
Ho ascoltato musica.
E a un certo punto oggi…mi sono fermata.
Così, all’improvviso, seduta su una panchina. Mio papà era impegnato a mettere a posto un ruscello.
Ho guardato verso il fiume, lo ascoltavo, l’acqua, cadeva, scorreva, era forte, quasi prepotente contro ogni cosa la ostacolava, così libera…
Le narici si riempivano del profumo dell’erba, le farfalle vorticavano attorno a una pianta vicino all’acqua.
Non pensavo. E a cosa avrei dovuto pensare?
Cosa bisognerebbe pensare di fronte a tutto questo…
Quali preoccupazioni? Quali ricordi? Quali tragitti mentali?
Il vuoto…guardavo, ascoltavo, odoravo, assaporavo…
E la paura che mi attanaglia ultimamente era così lontana da me…
Se non fosse stato per mio papà che si sedette in parte a me, non avrei mai lasciato quella serenità ritrovata.
Oggi mi sono immersa nuovamente nella giungla cittadina. Ed eccomi qua di nuovo a scrivere.
Ora che ho finito Harry Potter mi sto dedicando a una lettura leggera prima di tuffarmi ne “Il cammino di Santiago”: “Esco a fare due passi” di Fabio Volo.
Mi piace come scrive. A volte mi ricorda un po’ me stessa sia nei modi di metter su carta le sue impressioni sulla vita e sul mondo, sia nelle impressioni stesse. E poi i suoi romanzi riflettono la mia idea di un mio presunto “primo libro”.
Confesso che a volte la cosa mi irrita…E se un giorno qualcuno notasse la somiglianza e mi desse della “ruba-idee”??? NOOOOO non lo sopporterei! Chiariamo subito una cosa: IO NON COPIO! OGNI CITAZIONE E’ SEMPRE DA ME VIRGOLETTATA E ASSOCIATA AL NOME DEL VERO AUTORE!
Bene…sono felice che ci siamo chiariti! E’ importante per me…
Desidero che la mia arte sia unica come tutta l’arte del mondo.
Non è bella l’arte? Solo la parola ti da tranquillità. È una parola serena. Calma.
Forse a volte esagero, lo ammetto, ma non posso fare a meno di entusiasmarmi di fronte ad essa. Che sia una poesia, un disegno, una canzone, una scultura, o una lettera, o un libro…se dinnanzi ho dell’arte per come la intendo io, allora mi rincitrullisco letteralmente.
Come la intendo? Bè… Per me un’opera è d’arte quando ti fa provare quel qualcosa che non riesci a spiegare.
Come l’amore. Non si riesce mai a spiegare. E allora ci si rifugia dietro a dolori di pancia, farfalle nello stomaco, tachicardia improvvisa e rossore irreversibile. Detta così sembra più una malattia. Bè in effetti trovo che porti alla pazzia pian piano. Le persone innamorate in genere tendono a fare cose che comunemente verrebbero definite “pazzie”. Bè..sapete che vi dico???
MANTENEVI FOLLI, E COMPORTATEVI DA PERSONE NORMALI
(Paulo Coelho)
Ecco l’arte è un po’ questo. Mantenersi folli. L’arte è folle, e deve esserlo…se no non sarebbe arte…sarebbe disegnare, scrivere, cantare ecc ecc…sarebbero semplici qualità.
Non è solo concentrarsi sulla grande opera della vita da esporre al grande pubblico.
Tra le mie innumerevoli sconfitte che mi hanno fatta maturare, esistono anche delle piccole ma importanti vittorie…
La vittoria per me è arrivata quando una cara ragazza di nome Ilaria mi disse: “dovresti vedere che occhi hai quando balli”.
Arrivò quando lessi in un commento di Ilem che mentre lo scriveva stava piangendo, e stava piangendo perché un mio scritto l’aveva commossa, come tanti altri
Arriva insieme al “Brava!” detto dal mio papà.
Arriva con un semplice “complimenti” lasciato da un estraneo sul mio blog.
Il mio successo arriva quando la mia opera arriva alle persone che la contemplano.
W L’ARTE!!!
E viva tante altre cose. Ma questa è un’altra storia.
Buona notte Cari e Care.
Dolci nanne a chi mi ha ispirata per questo pezzo! (c’è sempre qualcuno o qualcosa dietro a ciò che scrivo, sempre! Anche se non sempre questo qualcosa o qualcuno è svelato, ma c’è).
Sogni d’oro….a chi vuole dei sogni d’oro.
giovedì 24 luglio 2008
shhhh, fate piano...ci sono io!
22.33 del 24 luglio 2008. Non c'è un motivo particolare per cui scrivo data e ora. Di solito lo si fa per sottolineare un avvenimento importante, o in qualche modo significativo per chi sta scrivendo.
Questo non è un giorno diverso dai tanti, non per me: mi sono alzata, ho fatto ciò che di dovere, mi sono concessa qualche piccolo piacere, e ho passato una serata tranquilla.
Ma c’è uno strano pulsare frenetico dentro di me che mi induce a scrivere quanto segue. In realtà ogni parola che scrivo ne precede una oltremodo sconosciuta: le dita scorrono sulla tastiera senza dare troppa retta al mio “pensare”, senza pause e riflessioni.Accanto a me la mia fedele ciotola da lavoro contenente ancora la mista. Forse più tardi fumerò.
Ora voglio solo che la mia mente si liberi.
Vi siete mai fermati a guardare i passanti? Senza ragioni particolari, ma di farlo e basta? Bè, io lo faccio spesso; guardo, osservo, a volte fisso. Capto fotogrammi di volti. Sono meravigliose le espressioni che l’essere umano assume camminando per strada, solo, quando non si sente guardato (cosa che capita rare volte perché in realtà sono sempre tutti attenti alle minime occhiate). A volte mi piacerebbe avere una macchina fotografica. Magari fotografare non ciò che si trova davanti a me, ma ciò che si trova dietro. Come quel regista di cui ora mi sfugge il nome. Una telecamera accesa che registrava il mondo alle sue spalle mentre camminava per le vie di una città. Un successone! Una cosa del genere insomma. Se poi a queste espressioni così naturali ci aggiungi un po’ di bolle di sapone chissà cosa ne uscirà!
Già…quante cose vorrei fare. Forse un po’ troppe! Anche se al momento non me ne viene in mente nessuna. Credo sia questo il mio problema. Non riesco a capirmi. È come se dentro di me ci sia una Cri onnipresente che si nasconde. Io la cerco, la inseguo, ci provo, ma lei non si mostra. Non so chi sia, cosa voglia. Vorrei aiutarla ma non so come. Non so se è triste, se è innamorata, se è semplicemente una giocherellona! Ma credo che sia in ogni caso spaventata a morte. Mi sento spaventata. Impaurita. Il mondo si sta rilevando meraviglioso ma strano. Lo ammiro e traggo forza dai suoi particolari, ma lui continua comunque a mostrarsi strano, estraneo…così indifferente. Credo che sia la parola migliore. È indifferente. Ho finalmente scoperto lati della mia personalità che mi permettono di urlare W ME!, ma d’altra parte il mondo non mi conosce, non mi apprezza, io mi sento così diversa, ma agli occhi di tutto il resto io sono sempre quella. La cri strana, la cri pazzoide, la cri logorroica, la cri sballata.
Ma io sono tante cose: sono strana, pazzoide, sballata, logorroica….e sono una sognatrice, una che sa comunicare bene un sentimento ma che lo sa tener nascosto altrettanto bene, una che vuole questa vita attaccata addosso più di ogni altra cosa, una che non si tira mai indietro dal provare amore, anche di fronte all’assenza di speranze, una che è fragile come un cristallo, ma che a quanto si dice sa donare forza a chi ne ha bisogno e che sa comunque lottare contro, con e per gli altri! Sono tante cose, non vedo perché fermarsi solo ad alcune.
Io credo in me e in quello che posso fare, potreste partire da questo se volete conoscermi davvero. Ma so che comunque in pochi lo farete.
Ho tastato sulla mia pelle i lati “maligni” del mio carattere. E il punto è che sono troppo. Quando mi avvicino davvero a qualcuno, inizio a voler farmi conoscere sul serio, solo che rischio sempre di esagerare e porto le persone ad allontanarsi da me. Certo, ancora non posso dire che esistono casi concreti da cui prendere esempio, ma un distacco da parte qualcuno c’è stato…e ci sono stati un paio di episodi che preferirei non ripetere.
E tutto questo mi frena…sei innamorata? Ma siii, tienitelo per te e prendi le cose per come arrivano, non rischiarla!
Ma non solo nell’amore…mi frena in tutto.
Sei triste? E perché dirlo in giro, tanto sai già cosa succede…vogliono sapere il perché, consigliarti su cose che per loro sono sconosciute. O altre volte c’è il rischio che all’altra persona non interessi davvero cosa hai, ma che te lo chiedono solo perché ormai tu sei stata la stronza che ha risposto “no” alla domanda retorica “tutto bene?”…E grazie al cazzo che ti chiedono “come mai?”…nessuno è così merda dal passare ad altro.E così avete conosciuto la parte “logorroica” di me. Cose che potrei dire in 4 battute le dico in un aggroviglio di parole insensate messe a casaccio. Mi spiace, ma non so che farci.Insomma, per ora forse è proprio meglio starmene da sola, senza complicazioni amorose o altro… del resto, come posso pretendere di iniziare a provare un sentimento che sto cercando di rimuovere? È scientificamente e matematicamente impossibile.
Per non parlare poi del fatto che l’uomo giusto per me non esiste, o se esiste non vive in Italia. Sì perché io voglio un uomo che sia un po’ come mio papà. Semplice, ma che ti sorprende con la sua arte, un bambinone ma che ti fa capire che accanto a te c’è un uomo, avventuriero ma anche responsabile! forte deciso ma anche dolce! Lo so, non esite penserete…però il mio papà è così ed esiste, ve lo assicuro, magari lo trovo prima o poi! Penso che se trovassi un ragazzo così sarebbe il top. Si, quel “se” sarebbe da revisionare ma lasciamo scorrere vi prego! Ci sono cose che ancora non possono e non devono essere rilevate.
La notte inizia ad avvicinarsi. 23:43.
Vi ho dedicato un ora e dieci minuti, e se tu sei arrivato alla fine ti ringrazio per quei 10 minuti spesi anche solo per una caramella! Alla fine i blog sono belli perché sai che qualcuno sicuramente ti leggerà!
Ciao lettore, vado a fare quella cosuccia che pensavo all’inizio di questo testo.
Spegnete le luci, shhhhh!
Lo sussurro appena appena….buone nanne mondo!