sabato 1 novembre 2008

Cara Cri...

Cara Cri,

diciamo che questo dovrebbe essere il periodo più bello della tua vita, ma a quanto pare non tutto gira come desidereresti.

Me ne rendo conto anche perché nonostante ti sia sempre accanto, ti vedo così lontana. Ti vedo camminare con andamento agitato avanti e indietro tentando di trovare delle risposte a tutti i perché che ti stanno assalendo.

Perché non ti fermi un attimo? Perché invece di porti tutti questi interrogativi su ciò che non hai, non godi più di quello che invece hai? Lo hai sempre fatto! È questa la tua forza. Perché la sopprimi in questo modo?

Non ti aspettavi nulla, in questo non hai sbagliato, hai deciso di prendere ogni cosa per come arrivava, e ora perché c’è tutta questa delusione nei tuoi occhi?

“Accogli la felicità sorridendole da lontano.”

È una tua frase…Perché non la metti in atto? E non dire che non ne sei capace!

Perché hai ripreso a piangere? Non volevi farlo, non ne avevi voglia! A quelle lacrime hai urlato un NO con determinazione. Con convinzione. Com’è possibile allora che veda i tuoi occhi bagnati?

Lo so che hai paura di quel buio, ma ti assicuro che l’uscita c’è! Ma devi addentrarci per scovarla.

Torna libera.

Mi manca la tua libertà.

Cara Cri,

mi dici cose vere. Lo so. Sto crollando ancora di più invece di risalire. Ma a quanto pare non ho ancora raggiunto il fondo. Sarà un impatto fortissimo, ma per imparare a rialzarsi bisogna cadere. Forse poi riuscirò anche a superare il buio più pesto. Ma lo temo ancora troppo.

Già…cadere. È proprio questo il punto. Non ho voglia di cadere. E soprattutto non ho voglia dell'impatto. Come non avevo voglia di piangere. E come non ho voglia di essere preoccupata. E non ho voglia di spaventarmi. Non ho voglia di lasciarmi andare. Non ho voglia. Ma non basta la non voglia per evitare che le cose succedano.

Mi dispiace che non riesca più a sentirmi e che quindi ti lasci in disparte, ma non sono lontana solamente da te, mi sento distanziata da tutto. Ci sono io, qui che non riesco a farmi capire (o forse non voglio farlo) e poi c’è il resto. E temo di rifare ancora una volta lo stesso errore di mostrarmi “forte”. Una parola che inizio ad odiare. Forse perché la sento così estranea a me nonostante mi venga più volte associata. Forse se venissi definita forte anche nel momento in cui crollo a piangere, la cosa mi garberebbe di più.

Piangere…lacrime…hai ragione…avevo detto no! E ti giuro, ho tentato di essere coerente, ma non ce l’ho fatta. E tutto perché sto trattenendo troppo di me, non riesco a liberarmi, non posso farlo.

Anche io rivoglio la libertà che mi apparteneva.

Rivoglio lo star bene per le cose semplici.

Rivoglio quel sorriso spensierato e quegli occhi sognanti.

Rivoglio quella mia capacità di captare ogni emozione e riuscire a viverla in pieno invece di ammucchiarle in un angolo per paura che facciano male.

Mi manca la serenità.

Mi manca la spensieratezza.

Mi manca l’arte.

Mi manca l'affetto.

Mi manca la determinazione.

Mi manca il mio urlo "W la vita, w me!"

Mi manchi tu.

Mi manco io.

Scusa...

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